Ciao!
Canada e Germania, non una finale di calcio ma i due Gran Premi andati in archivio questo fine settimana. Quasi senza riuscire a prendere fiato si è infatti tornati in pista, e quindi via con un altro mirabolante recap!
Sulle due ruote, Miller e Bagnaia hanno fatto segnare una doppietta Ducati nelle FP1 di quello che siccome ha un nome impronunciabile chiameremo amichevolmente Sacher-ring. In un interessante crescendo, Ducati ha piazzato in testa alla classifica un terzetto anche nelle FP2, con Bagnaia che ha fatto il record assoluto davanti a Marini e Miller e, non ancora sazio, ha fatto man bassa anche delle FP3, tenendo al secondo posto Aleix Espargaró, e della Pole davanti a Quartararo, partendo così dalla prima casella dello schieramento al via del GP di Germania. Forse per via di una strana legge del contrappasso, dopo aver tirato giù una discreta quantità di santi in carriera, domenica i santi han deciso di tirare giù lui, con una strana caduta che – dopo aver fatto ripassare il celestiale appello al #63 della Ducati – ha lasciato la testa della gara all’attuale leader del Mondiale, il #20 di Casa Yamaha.
Questo fine settimana la Formula 1 si è invece spostata oltreoceano per il Gran Premio del Canada. Se il circuito era quello di Montreal, però, quasi irréal è stato il podio al termine delle FP1, con Verstappen davanti a Sainz e – udite udite – Fernando Alonso. Nelle FP2 ha dominato ancora Verstappen davanti a Leclerc e Sainz mentre le FP3 sono state la bellissima rivalsa di Alonso, Gasly e Vettel. Certi amori non finiscono ma fanno giri immensi e poi ritornano, come il terzetto delle prime libere del venerdì che si è imposto anche al termine delle qualifiche, con il #14 stavolta davanti al #55 rosso e Pole di Max Verstappen poi vincitore anche del Gran Premio davanti a Sainz e un saltellante – stavolta di gioia – Hamilton, che ha infine fatto il suo ritorno tra le posizioni di testa. Dopo avervi ricordato che i saltellamenti (di gioia e non) avrebbero potuto essere evitati quest’anno grazie a quel dispositivo - ora vietato - che risponde al nome di interter colgo l’occasione per svelare anche l’undicesima delle 10 cose che nessuno sa sul GP del Canada: siccome la gente non sapeva più a che predatore rifarsi per definire la performance di Alonso in qualifica, si è stabilito di usare proprio Nando come termine di misura: non è il #14 a essere un drago ma è il drago a essere un Nando.
Quinta posizione per Charles Leclerc che, apparso comunque sorridente davanti alle telecamere nonostante il difficile weekend, può ritenersi soddisfatto della prestazione, vista il pazzesco recupero dopo la penalità che lo aveva portato a partire dall’ultima posizione per il cambio della centralina prima e dell’intera Power Unit poi. Chissà, magari stava origliando anche lui quando il team manager HRC WorldSBK Leon Camier ci ha detto che “Godersi il percorso è la strada per la vittoria”.
Dopo il chiacchiericcio intorno al porpoising, pare che la FIA effettivamente interverrà con rigidi paletti per limitare l’oscillazione verticale delle monoposto. Non ci voleva certo un medico per capire che tutto quel saltellio fosse poco salutare per la schiena dei piloti, ma evidentemente c’era bisogno delle maledizioni di Hamilton a Baku e del reclamo aperto di Gasly per vincere la sordità della direzione gara.
Ti lascio con l’ennesimo dissing di Vettel da aggiungere alla già florida collezione di proteste firmate dal #5 dell’Aston Martin, stavolta preso a puntare i riflettori sui crimini ambientali canadesi.
Alla prossima!